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Dose e tossicitą


I limiti di concentrazione nell’aria rappresentano dei valori di riferimento sotto i quali si presume che l’esposizione agli inquinanti aerodispersi sia relativamente limitata.
In ogni caso, bisogna notare che il fattore critico nella determinazione degli effetti negativi sulla salute non è l’esposizione ad un dato agente, ma piuttosto l’ammontare di questo che può raggiungere il tessuto o la cellula dove può esercitare la sua azione.
L’ammontare totale di una sostanza o di un agente fisico (ad es. radiazioni) che viene assunto da un organismo viene definito dose. In questo senso, si distingue solitamente la dose assorbita, che rappresenta l’ammontare totale della sostanza o dell’agente assorbiti, dalla dose effettiva che è l’ammontare che raggiunge un determinato punto del corpo ben preciso dove può esercitare l’effetto
negativo.

Nel caso in cui la dose determini l’effetto nocivo nel punto di assorbimento si parla di effetti locali; al contrario gli effetti sono sistemici se si manifestano su uno o più tessuti od organi specifici (detti bersaglio). Alcune sostanze tossiche, come i pesticidi organofosfati ed il piombo tetraetile possono causare sia effetti sistemici che locali.
Da notare che il tessuto/organo bersaglio per una sostanza tossica può variare nel tempo o a seconda della quantità o della durata della dose. Inoltre, le interazioni chimiche e metaboliche possono creare delle sostanze caratterizzate dall’avere punti bersaglio diversi da quelli del composto originario.


La capacità di provocare effetti dannosi sugli organismi viventi, caratteristica di un agente tossico quando supera un certo livello di concentrazione, viene definita tossicità; in genere è possibile distinguerne quattro manifestazioni diverse.
La tossicità acuta si presenta quando vi è un’esposizione ad un agente tossico in un breve lasso di tempo, al massimo 14 giorni, ma solitamente in 24 ore o meno. E’ in genere dovuta ad un assorbimento massiccio e causa sintomi gravi e improvvisi. L’esposizione è di solito causata da incidenti o da sovradosaggi accidentali o volontari, per questo motivo risulta molto semplice risalire alla causa e spesso si può intervenire prima ancora che la tossicità si manifesti appieno.
La terapia prevede sempre la rimozione dell’agente tossico dall’organismo ed è indirizzata soprattutto ad alleviare i sintomi presenti.
La tossicità sub-acuta si manifesta in seguito ad un’esposizione a concentrazioni relativamente elevate e ripetute in un periodo della durata di qualche mese.
La tossicità sub-cronica è sostanzialmente causata da un’esposizione frequente a sostanze di uso professionale o domestico, come ad esempio i solventi, oppure ad inquinanti ambientali, come quelli prodotti dal traffico. L’esposizione in questo caso perdura per il 25-50% della vita del soggetto esposto.
La tossicità cronica si manifesta con l’assorbimento, prolungato nel tempo, di basse dosi di agente tossico. La tipica esposizione supera il 50% della vita. Tipici avvelenamenti cronici sono quelli causati da metalli o da sostanze organiche (arsenico, mercurio, piombo, benzene).

Esistono essenzialmente due tipi di rapporto fra la dose e l’effetto tossico determinato da un agente:
la tossicità può insorgere solo quando viene superato un particolare valore soglia di dose tossica, con una sorta di regola del “tutto o nulla” come nel caso di molti cancerogeni;
oppure può esistere una correlazione lineare fra la dose e l’effetto, nel senso che all’aumentare della dose aumenta anche l’effetto tossico.
   
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