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Effetti sull'uomo dell'Ozono


La molecola dell’ozono è estremamente reattiva, in grado di ossidare numerosi componenti cellulari, fra i quali amminoacidi, proteine e lipidi.
Alla concentrazione di 0,008-0,02 ppm (15-40 µg/mc) è possibile già rilevarne l’odore; a 0,1 ppm provoca una irritazione agli occhi ed alla gola per la sua azione nei confronti delle mucose. Concentrazioni più elevate causano irritazioni all’apparato respiratorio, tosse ed un senso di oppressione al torace che rende difficoltosa la respirazione. I soggetti più sensibili, come gli asmatici e gli anziani possono essere soggetti ad attacchi di asma anche a basse concentrazioni. Alla concentrazione di 1 ppm provoca mal di testa e a 1,7 ppm può produrre edema polmonare.
In presenza di altri ossidanti fotochimici, di biossido di zolfo e di biossido di azoto, l’azione dell’ozono viene sempre potenziata per effetto sinergico. Concentrazioni elevate possono provocare la morte.
Numerosi casi di gravi intossicazioni da ozono sono state riferite per i lavoratori addetti alle saldature, in quanto vi è un maggior irraggiamento di radiazioni UV nell’ambiente e, di conseguenza, una formazione di ozono in loco.
Studi sugli animali dimostrano che l’ozono può ridurre la capacità del sistema immunitario di combattere le infezioni batteriche nel sistema respiratorio.
Tutte queste patologie si riferiscono ad esposizioni relativamente brevi, le conseguenze derivate da un’esposizione per vari anni a concentrazioni non elevate sono ancora poco chiare (si sospetta comunque una notevole influenza nell’aumento delle allergie).
Gli eventuali disturbi correlati alla presenza dell’ozono in genere terminano se i soggetti colpiti soggiornano in ambienti salubri. Comunque i ricercatori sono concordi nel ritenere che ripetuti danni a breve termine dovuti all’esposizione ad ozono, possono danneggiare in modo permanente l’apparato respiratorio. Per esempio, l’azione ripetuta dell’ozono sui polmoni in via di sviluppo dei bambini può portare ad una ridotta funzionalità polmonare da adulti. Inoltre, l’esposizione all’ozono può accelerare il declino della funzionalità polmonare che avviene come risultato del naturale processo di invecchiamento. In ogni caso è da sottolineare il fatto vi sono grandi differenze individuali nelle risposte a questo inquinante. I soggetti più sensibili sono: i soggetti asmatici e quelli con patologie polmonari e cardiovascolari; gli anziani; le donne incinte; i bambini; chi fa attività fisica sostenuta all’aperto (lavoro, sport, svago) perché l’aumentata attività fisica causa un aumento della respirazione (che si fa anche più profonda).
I danni dovuti all’ozono possono anche verificarsi senza alcun segno evidente. Qualche volta non ci sono sintomi, mentre altre volte sono troppo leggeri per essere percepiti. Le persone che vivono nelle aree dove i livelli di ozono sono spesso alti possono verificare che i sintomi iniziali dovuti alla presenza dell’ozono si affievoliscono col passar del tempo (in modo particolare quando l’esposizione ad alti livelli di ozono persiste per parecchi giorni consecutivi). Questo non significa che hanno sviluppato una resistenza all’ozono: infatti l’ozono continua a danneggiare l’apparato respiratorio anche quando i sintomi sono scomparsi. Quando i livelli di ozono sono più alti del normale, bisognerebbe diminuire il tempo passato all’aperto, o almeno ridurre l’attività fisica all’aria aperta per proteggere la propria salute fino al momento in cui il livello di ozono non scende.
   
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